Paolo Agaraff nasce tra il 1966 ed il 1969, a seguito di un lungo e travagliato esperimento di ingegneria genetica, svoltosi presso il laboratorio di Genomologia dell’Ospedale Pediatrico di Ancona. Il feto viene ospitato in successione da tre madri diverse, tre povere donne definite dalla medicina ufficiale “portatrici sane dell’insano”.
Paolo vive la sua adolescenza tormentata tra la città vecchia di Ancona e le stradine di Lagos, delle quali piace rievocare i rivoletti di fluidi organici che ne scorrevano ai lati. Qualcuno ipotizza che abbia frequentato il liceo del “rione della fettina” del capoluogo marchigiano, ma voci incontrollate lo danno per cangaceiro nel Minas Gerais. Tutti invece sono concordi nel sostenere che abbia frequentato Ingegneria Elettronica.
Il punto è che Paolo Agaraff è uno e trino. Quando provano a spiegargli che definirsi così suona male, lui se ne sbatte altamente. Quando invece gli dicono che altri prima di lui hanno fatto una finaccia, decide di dichiararsi felicemente schizofrenico e di dimostrarlo, andando a vivere in tre posti diversi contemporaneamente, dedicandosi a tre diversi lavori… tanto non dorme quasi mai. Rifiuta con energia la parola “ubiquità”, preferendole deontologicamente il termine “multitasking”. Ogni tanto recupera la sua integrità fisica e psichica in qualche birreria di Ancona o vagabondando nelle desolate lande di Internet.
Durante questa esistenza travagliata, ha trovato tempo per partecipare alla fondazione della Carboneria Letteraria e scrivere ben che tre romanzi dal profumo di mostRo: “Le rane di Ko Samui” (Pequod, 2003), “Il sangue non è acqua” (Pequod, 2006) e “Il quinto cilindro” (Montag, 2010). La sceneggiatura per OnStage! tratta da “Il sangue non è acqua” si è aggiudicata il premio “La maschera e il volto” assegnato a Lucca Comics & Games, mentre “Il quinto cilindro” è stato tra i finalisti del Premio Italia. Tutto ciò lo rende felice e confuso.
Le sue molli appendici sono altrimenti note come Gabriele “Straf” Falcioni, Roberto “BobFog” Fogliardi e Alessandro “Gandalf” Papini.