Carboneria Letteraria

Maiden Voyage a Più Libri Più Liberi

Tutti_insieme

Foto di gruppo con autori, curatrice, editore, esperti commentatori.

Il romanzo carbonaro è stato ufficialmente presentato a Roma alla fiera della piccola editoria Più Libri più Liberi.

Lo scorso 5 dicembre Maiden Voyage ha avuto la sua prima uscita in società. Come ogni debuttante che si rispetti non era sola: è stata accompagnata dalla curatrice Francesca Garello, dall’editore Aldo Putignano di Homo Scrivens, e da due esperti di fantascienza, Massimo Mongai e Max Gobbo. Molti autori erano inoltre seduti in sala.

Aldo ha fatto da padrone di casa, introducendo il libro e lasciando subito la parola alla curatrice. Non è stato facile raccontare i quattro anni che hanno portato dal progetto iniziale al romanzo.

Tutto cominciò con il desiderio carbonaro di scrivere qualcosa veramente insieme. La Carboneria Letteraria, infatti, ha prodotto molte opere collettive ma finora si è trattato principalmente di antologie, in cui ciascun autore ha scritto autonomamente un racconto legato agli altri solo per il tema generale della raccolta.

Noi però volevamo scrivere qualcosa di più “collettivo”, ma la difficoltà di identificare sia una trama adatta sia un metodo di lavoro che consentisse a tante teste di ragionare insieme aveva fatto sempre rimandare la messa in pratica di questa idea.

Ma a un certo punto è entrato in scena Friedrich Dürrenmatt. Sì, proprio lui, lo scrittore svizzero. No, non abbiamo fatto una seduta spiritica (è morto nel 1979). Abbiamo però tutti letto il suo piccolo ma fondamentale libretto “La morte della Pizia” (1976), costretti incoraggiati dalla consorella Francesca che lo ha sempre amato moltissimo.
In questo breve romanzo il mito classico di Edipo viene raccontato via via da vari personaggi che lo interpretano attraverso la propria parziale visione personale e che pezzo per pezzo ricompongono la trama rendendola riconoscibile ai lettori.

Nacque così il nostro “progetto Dürrenmatt”, che si è trasformato poi in Maiden Voyage, una storia corale in cui ciascuno dei personaggi a bordo di un’astronave racconta la sua parte di eventi dal suo punto di vista.

RiferimentiCulturali

Il manoscritto di Maiden Voyage con riferimenti culturali e precedenti letterari

L’esperimento ha nobili antecedenti: nel 1908 uscì a puntate sulla rivista americana “Harper’s Bazaar” una storia corale scritta da 12 autori famosi all’epoca (di cui ormai ricordiamo solo Henry James). L’anno seguente fu pubblicato il libro completo con il titolo “The Whole Family”, cioè “tutta la famiglia”.

Questi sono i pilastri su cui la Carboneria Letteraria ha impostato la rampa di lancio della propria astronave.

Facile, no? No. Infatti moltiplicando gli autori si moltiplica anche la mobilità della trama. Ognuno la vedeva a modo suo e non appena si stabiliva qualche punto fermo (per esempio dove dovesse andare l’astronave) ecco che subito qualcuno proponeva una o più alternative (e se non fosse mai veramente partita? e se invece fosse stata dirottata dal gatto di bordo? ecc).

Quando con un colpo di mano della Garello democratico scambio di idee si stabilì definitivamente la trama, furono identificati i personaggi che vi interagivano (14, per dare a tanti carbonari la possibilità di partecipare alla storia) e ciascun autore scelse quello che più gli si confaceva. Fu poi escogitato un sistema di orientamento che aiutasse tutti a seguire la storia pur nella frammentazione dei punti di vista.

Tale meraviglioso meccanismo letterario prese il nome di “timeline“(ma Crichton, a differenza di Dürrenmatt, non c’entra nulla).

TimeLine

La curatrice sciorina il rotolone della timeline

Nella sua veste elettronica la timeline si presentava come una lunga tabella divisa in molteplici caselle che identificavano ogni giorno del viaggio, gli eventi che in esso si svolgevano, chi vi partecipava e dove.

Nella sua veste concreta si tratta di un papiello di circa due metri e mezzo di lunghezza, sciorinato con un colpo di teatro dalla Garello alla presentazione. Ha suscitato molta meraviglia non solo tra gli invitati, ma anche tra gli autori. Molti infatti non l’avevano mai consultata trascurata quando scrivevano, suscitando spesso crisi isteriche fraterni incoraggiamenti della Garello.

Finita la comunicazione della curatrice la parola è passata a Max Gobbo, il quale ha trovato riuscito il romanzo sia come giallo sia proprio come esperimento letterario, apprezzandone stile e scrittura. Da esperto di fantascienza qual è ha rintracciato alcuni elementi che ci hanno influenzati, da Star Trek al ciclo di Cthulhu a Odissea nello Spazio. Per evitare spoiler non possiamo riportare nel dettaglio alcune sue osservazioni molto stimolanti, ma sappiate che secondo lui in un paio di punti abbiamo anticipato il futuro relativamente alla questione delle Intelligenze Artificiali e dei loro rapporti con le Intelligenze Naturali.

La palla è quindi passata a Massimo Mongai, il quale ha confessato che in principio quando Sorella Garello gli ha chiesto di leggere e presentare il libro era preoccupato. Ha detto di sì per amicizia, ma temeva una fregatura delusione perché di solito questi esperimenti collettivo-letterari riescono abbastanza male. L’impresa carbonara, invece, secondo Mongai ha prodotto una storia che funziona ed è stilisticamente gradevole e soprattutto rispetta tutte le caratteristiche specifiche del genere fantascienza. Nulla lo irrita più della commistione di generi, e infatti evita tutti i libri che sulla quarta riportano insieme le parole “giallo” e “fantascienza” (ci siamo tutti precipitati a rileggerla…).

Da lettore navigato qual è Mongai ha subito capito che il nome Marie Blue è ispirato alla nave Mary Celeste che alla metà dell’800 venne trovata vuota al largo di Gibilterra con ancora i piatti fumanti in cambusa e nessuna traccia dell’equipaggio. Ha anche spiegato il significato del titolo “maiden voyage”, ovvero “viaggio inaugurale”, che la curatrice nella sua confusione foga aveva completamente dimenticato di accennare.

Il suo occhio esperto ha inoltre individuato almeno 3-4 spunti per altrettanti nuovi romanzi derivati dalla trama principale per cui… forse ci lanceremo in una trilogia, che ormai è l’unità minima per una storia degna di questo nome.

Aldo ha quindi invitato qualche altro autore Carbonaro a aggiungere commenti, ma i Carbonari sono pigri schivi e quindi solo Andrea Angiolino si è alzato per suggerire qualche riflessione sui rapporti tra scrittura e gioco.

Tra gli autori, ha ricordato Angiolino, vi sono giocatori e anche vari autori di giochi di ruolo, libri-gioco, avventure per giochi di ruolo, nei quali tutti si gioca con le storie.
Purtroppo poche cose sono noiose come sentirsi raccontare un’avventura di gioco di ruolo giocato da altri, è un po’ come sentir raccontare il sogno della notte prima. Tuttavia, se i relatori hanno apprezzato il rigore del giallo e il rispetto dei canoni e la piacevolezza della narrazione è anche perché il gioco abitua a entrare nell’illusione (da “in ludo“), a stare al gioco, a rispettare le regole.
(E qui è interessante notare che se per Gobbo abbiamo il pregio di essere stati originali, per Mongai all’opposto siamo lodevoli per essere stati saggiamente canonici).

Andrea ha anche buttato là una riflessione: nella presentazione si è accennato al fatto che qualcuno di noi è stato meno ai patti, ha inventato di più senza rientrare nella timeline e nella trama concordata, costringendo la curatrice a qualche sforzo in più. Ebbene sarebbe interessante appurare se chi è stato meno alle regole sia un non-giocatore oppure no, cioè se l’abitudine a giocare di ruolo renda più inclini a giocare con i particolari di una storia pur rimanendo fedeli alle regole generali che la governano.

A questo punto è stato ricordato a tutti che Maiden Voyage non è solo un romanzo, ma un vero e proprio mondo futuro, un’ambientazione nata per farvi svolgere storie di ogni tipo e che esiste un progetto per scrivere anche un sourcebook per gioco di ruolo ispirato al romanzo. Novità, nuove storie, invenzioni di vario genere si possono trovare sul sito www.maidenvoyage.it, dove a cadenze più o meno regolari saranno disponibili nuove storie ispirate o correlate al romanzo.

La seduta è stata conclusa con un invito a giocare con noi, facendosi magari invogliare dalla lettura del romanzo e del blog.

Ma prima di contribuire leggete i testi con attenzione, perché dopo la sfibrante l’impegnativa sessione di editing, la violazione di un qualunque elemento del canone potrebbe attirare su di voi l’ira funesta l’amichevole rimbrotto della curatrice. E i rimbrotti contano come punti ferita.

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