Il sangue non è acqua
di Paolo Agaraff
ISBN 88-87418-85-3
Pequod (2006)
Il protagonista del romanzo è un vecchio diario, dalla copertina nera, rigida, con la pelle segnata dalle mani che lo hanno scritto e sfogliato. Uno di quei diari che assumono l’aria polverosa e l’odore di muffa delle cantine in cui riposano da decenni. Basta annusarlo per capire che in esso sopravvivono memorie di storie dimenticate.
Il palcoscenico è una piccola isola della Sardegna dal nome malaugurante, Mortorio, dove sorge villa Eleonora, una vecchia casa a strapiombo sul mare. L’isola, semideserta, è animata dal volo dei gabbiani, che si lanciano in picchiata, diffondendo nel vento garriti ebbri di caccia. Intorno, solo acqua: un mare vivo, irrequieto, minaccioso. Nella villa s’incontrano sette lontani parenti, venuti per la lettura del testamento del misterioso cugino Bonifacio.
Il sangue non è acqua è un dagherrotipo tinto di rosso, un ritratto di famiglia colmo di passione, odio, violenza, inganno e orrori primevi. Sullo sfondo, l’Italia del ventennio fascista e un’Europa in marcia verso la Seconda Guerra Mondiale.
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